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Ponte Vecchio

Certamente il ponte più famoso e antico di Firenze: già i mercanti etruschi lo percorrevano per portare le loro merci a Fiesole. Risalente all'età romana, aveva piloni di pietra e la carreggiata in legno; distrutto la prima volta da un'alluvione nel 1117, fu ricostruito in pietra. Venne nuovamente distrutto e ricostruito nel 1345, forse da Taddeo Gaddi.
Questa volta fu realizzato a tre arcate, per poter accogliere ai due lati le botteghe.
Inizialmente le botteghe erano di proprietà del Comune che le affittava, ma verso la fine del Quattrocento, furono vendute ai privati e cominciarono a trasformarsi, cambiando a volte anche la struttura originale con l'aggiunta di terrazzini o altro.
Inizialmente queste botteghe erano gestite da fruttivendoli, macellai e pescivendoli, ma a causa probabilmente del cattivo odore che emanavano, Ferdinando I decise di sostituirle con botteghe di orafi e argentieri, che resero la strada molto più elegante.
Nel 1565 fu costruito il famoso Corridoio Vasariano, opera di Giorgio Vasari, commissionato da Cosimo I de' Medici. Un corridoio sopra il ponte che univa Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, per la cui costruzione fu necessaria la copertura del ponte e l'apertura di tre portici centrali.
Oggi il Corridoio Vasariano ospita una splendida galleria di autoritratti di pittori famosi.
Nel 1857 Giuseppe Martelli, fautore della nuova architettura in ferro e vetro, progettò una copertura di Ponte Vecchio in ferro e vetro, dove si potesse passeggiare e prendere il tè ascoltando musica, ma tale progetto non venne mai realizzato.
Al centro il ponte si apre sull'Arno in due splendide terrazze, dove nel 1900 venne messo il busto di Benvenuto Cellini, scultore fiorentino.
E' uno dei ponti più strani del mondo: ti sembra di essere su una strada normale e ad un certo punto ti accorgi di essere sospeso sul fiume Arno!
Ponte Vecchio fu miracolosamente risparmiato dai nazisti, ma numerose case nella zona vennero completamente distrutte; anche se ricostruite in stile, rimangono sempre case moderne.